I 60 anni di Barbie: una visita al museo e molto altro
09/03/2019
Vi ho già raccontato dei miei giocattoli e del ruolo di Barbie nella mia infanzia (leggi il post). Ora scrivo perché questa meravigliosa bambola targata Mattel, che ha venduto oltre un miliardo di pezzi dal 1959, compie 60 anni. In questo post il ricordo della visita al Museo di Barbie allestito a Roma nel 2016 e il messaggio speciale dedicato alle bambine di tutto il mondo.
Il 9 marzo 2019 è la data del sessantesimo compleanno della bambola più famosa al mondo: Barbie. Risale infatti al 1959 il primo esemplare. L’idea fu di Ruth, moglie di Elliot Handler, cofondatore della Mattel. “Barbie” sta per “Barbara”, il nome della figlia della coppia che ispirò la creazione della celebre bambola che oggi vende 58 milioni di pezzi all’anno in 150 Paesi nel mondo.
A Ruth piaceva osservare Barbara durante il gioco. Notò che la bambina aveva l’abitudine di simulare per le sue bambole ruoli da adulte e pensò dunque di proporre al marito la creazione di una bambola che avesse realmente un aspetto adulto. L’idea che fece partire tutto fu quella di “mostrare alle bambine che sarebbero potute essere tutto ciò che desideravano”. Sembrò un azzardo, fino a quel momento soltanto i giochi per i maschietti avevano mille declinazioni, ma osare spesso paga e oggi, dopo 60 anni, siamo ancora qui a parlare di Barbie.
Mentre penso al compleanno di Barbie (e al fatto che lei non invecchia mentre io si) ricordo con piacere la visita al Museo di Barbie allestito come mostra temporanea a Roma nel 2016. E’ chiaramente obbligatorio raccontarvi tutto, anche perché con quella visita mi sono giocata il matrimonio,
Quando mio marito, all’epoca fidanzato, ha accettato di accompagnarmi a vedere quella mostra ho definitivamente deciso che dovevo sposarlo. Quel sacrificio valeva tutto. Lui, stimato professionista e persona seria, accompagnava una sognatrice visionaria e perenne bambina a vedere la mostra di Barbie. Ci pensate? E non finisce qui… anche mio fratello Vito si immolò per l’occasione (ebbe pietà di Paolo oppure non volle ammettere che la cosa lo incuriosiva). Sicché tutti e tre, allegramente, ci accompagnammo al palazzo del Museo del Risorgimento. Paolo aveva il volto della gioia (ehm), e anche io e mio fratello non eravamo da meno.
I miei occhi a quella mostra hanno visto meraviglie. In questo post vi do un piccolo assaggio, ma vi consiglio di vedere l’album completo in fotogallery e di perdonare la pessima riuscita degli scatti fotografici. Purtroppo le Barbie erano tutte in mostra dietro teche e vetrate e spesso in condizioni di luce non favorevoli alla fotografia, della quale all’epoca, tra l’altro, conoscevo ben pochi segreti (clicca qui per vedere l’album completo).
Quando entri in un museo con centinaia di Barbie di ogni epoca e di ogni genere rimani senza fiato. Non vorresti perdere nessun particolare e quindi hai una sola scelta: lanciarti in ogni dove per sognare di essere quella Barbie in tutte le sue avventure, in tutti i suoi mestieri, in tutti i suoi personaggi, storie, colori, vestiti e bla bla bla.
Bando alle ciance. L’unico modo che ho per farvi intuire il tutto è passare ai fatti. Foto, non parole.
Eccovi la prima meravigliosa Barbie del 1959 che fu subito rideclinata in diversi modi.
Poi le Barbie icona dei diversi Paesi del mondo, fra cui Malesia, India, Spagna, Italia, Francia, Nigeria, Giamaica, Canada, Polinesia, Giappone.
Poi, al centro di una triade, la mia bellissima Barbie Superchioma (ce l’ho, ce l’ho!!!):
A tratti sembrava di stare ad una sfilata di moda. Pensate che molti modelli erano davvero griffati (c’era perfino la Barbie Versace con le sembianze di Donatella).
E poi le Barbie contemporanee: quella un pochino in carne detta Curvy e quelle che, in generale, non hanno forme poi così perfette. Mattel ha sempre dovuto difendersi dalle accuse di produrre Barbie dalle misure “impossibili” e negli ultimi anni ha prodotto anche modelli con “misure” più realistiche, tipo queste:
Poi ci sono le Barbie “spettacolari”:
Le spose:
Le cantanti famose fra cui Shakira, Barbra Streisand, Cher:
Le attrici nei loro personaggi: Marilyn Monroe, Grace Kelly, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Vivien Leigh (Rossella O’Hara), Judy Garland (Dorothy del Mago di Oz), Olivia Newton (Sandy di Grease).
E poi, giuro che la smetto, i personaggi della storia, fra cui Maria Antonietta, Elisabetta I, il principe William e Kate.
Ovviamente non finisce qui. Erano tantissime anche le Barbie che declinavano mestieri (medico, atleta, infermiera, astronauta, assistente di volo…). Una mostra davvero fantastica, devo ammetterlo. Ricordare questa visita in occasione del sessantesimo è stato davvero uno spasso.
Ma su tutto vince una cosa, il messaggio che Ruth nel 1959 volava lasciare a sua figlia e a tutte le bambine e future donne:
“puoi essere tutto quello che vuoi…
…anche Wonder Woman o Catwoman…
…ma l’importante è sempre essere l’eroina di te stessa”
Smile
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